Camminiamo insieme
Il giornalino parrocchiale "Camminiamo insieme" vuole essere uno strumento di comunicazione utile per conoscere le attività della parrocchia. Il nostro obiettivo è quello di "informare" ma anche di "formare".
Chi si trova tra le mani queste pubblicazioni, o chi le sfoglia dal web, sappia che il nostro lavoro, umile e tenace vuole giungere a tutti, vicini e lontani, perchè crediamo che la condivisione delle esperienze e anche delle difficoltà, ci rende più famiglia, più uniti con lo sguardo rivolto alla stessa luce: Gesù Cristo.
In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». Mt 22,15-21
Leggi tutto... Parliamone Cesare (16.10.2011)
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i
commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Cfr Mt 22
Leggi tutto... Parliamone Tavola (09.10.2011)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà
morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Mt 21,33-43
Leggi tutto... Parliamone Pietra (02.10.2011)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». Mt 21,28-32
Leggi tutto... Parliamone Figli (25.09.2011)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno
dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a
giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al
giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne
vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche
voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di
nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora
verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve
ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno
ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella
vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama
i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”.
Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro.
Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma
anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano
contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e
li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il
caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti
faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo
e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso
fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io
sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi». Mt 20,1-16
Leggi tutto... Parliamone Lavoro (18.09.2011)
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio
fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino
a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino
a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che
volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti,
quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché
costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui
con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il
servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti
restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò
andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi
compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava,
dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra,
lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non
volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il
debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti
e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece
chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto
quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del
tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo
diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore,
ciascuno al proprio fratello». Mt 18,21-35
Leggi tutto... Parliamone Perdono (11.09.2011)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammonis-
cilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello;
se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché
ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non
ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la
comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato
in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in
cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno
d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli
gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome,
lì sono io in mezzo a loro». Mt 18,15-20
Leggi tutto... Parliamone Colpa (04.09.2011)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, doman-
dò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?».
Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa
o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?».
Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E
Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne
né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a
te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le
potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del
regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e
tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai
discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Mt 16,13-20
Leggi tutto... Parliamone Chi sono ? (21.08.2011)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa,
in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel
suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran
voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco,
appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di
gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento
di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia
magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché
ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose
ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in
generazione la sua misericordia per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pen-
sieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha
soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come
aveva detto ai nostri padri,mper Abramo e la sua discendenza, per
sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Lc 1,39-56
Leggi tutto... Parliamone Assunta (14.08.2011)
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli
a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse
congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a
pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca
intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde:
il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso
di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i
discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono
dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono
io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei
tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse:
«Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque
e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì
e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito
Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede,
perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò.
Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo:
«Davvero tu sei Figlio di Dio!». Mt 14,22-33
Leggi tutto... Parliamone Paura (07.08.2011)